mercoledì 27 febbraio 2008

Il treno che passa

L’ennesima occasione sprecata. In superiorità numerica per oltre mezz’ora – a causa di una gestione delle sostituzioni da parte di Mancini a dir poco ridicola – la Roma dimostra una volta ancora di essere la bella incompiuta che non vincerà mai nulla. Il pareggio di capitan Zanetti consegna lo scudetto all’Inter che, nel primo tempo, aveva sfiorato il gol grazie ad una splendida girata al volo di Crespo. L’espulsione di Mexes, ineccepibile a norma di regolamento, ma soprattutto la gestione della parte centrale del secondo tempo dimostra come i ragazzi di Spalletti abbiano ancora tanta strada da percorrere prima di poter ambire al tricolore. Dopo l’infortunio di Maxwell i giallorossi hanno avuto almeno tre palle gol nitide, gettate al vento per un eccesso di vezzo estetico. Le partite vanno chiuse, soprattutto quelle importanti. Sul tre a zero si può cercare il pallonetto o la triangolazione al limite dell’area, quando si è in vantaggio solo di una segnatura si deve lasciar da parte il fioretto e usare la clava. I romanisti-giocatori assomigliano sempre più ai romanisti-tifosi. Boriosi, convinti di essere i migliori nonostante la logica e il campo rendano conclamato il contrario. Con questa mentalità la trasferta di Madrid può trasformasi in un incubo. Manchester non ha insegnato niente?

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